venerdì 18 maggio 2012

Mommy-blogging-therapy

Il Mommy-blogging non rappresenta esclusivamente un fenomeno sociale che sta prendendo una forte piega con ripercussioni anche sull'economia, bensì è un fenomeno che ha sfumature psicologiche non indifferenti. Le mamme che decidono di aprire un blog non lo fanno esclusivamente per scambiarsi consigli pratici in materia di pannolini, prodotti per l'infanzia, educazione e pedagogia. Per molte mamme il blog rappresenta davvero una terapia. Il blog diventa il proprio diario personale che però ha un riscontro nella realtà del web. Chiamarla realtà virtuale, ossia parallela a quella "reale", mi è sempre sembrato riduttivo. In quanto il blog, la rete, il web non è altro che un'altra forma di espressione tra le tante esistenti, che completa l'essere umano, non lo sdoppia, gli dà però la possibilità di "gestire" la propria immagine. Non inganna se stesso e nemmeno gli altri, ma riesce ad esprimere e a dar forma ad una visione di sè che tiene conto di molteplici fattori, che spesso non emergono nel parlare quotidiano con le persone vicine, che non emergono in una comunicazione faccia-a-faccia. Il pudore, la timidezza, il timore di non essere capiti, la paura di essere fraintesi vengono spogliati e svuotati del loro significato in quanto il blog rappresenta uno spazio proprio, un territorio "immacolato", che seppur incline al confronto attraverso la possibilità di far commentare i propri post, rimane comunque un luogo protetto che affianca il proprio quotidiano. Un modo per fermarsi, per mettere ordine alle idee, per sdrammatizzare, ironizzare, ridimensionare un quotidiano spesso gravoso di responsabilità, per fare il punto della situazione. La scrittura è sempre stata un modo per fermare i pensieri e rielaborarli, il blog dà la possibilità di una "catarsi" naturale, di una liberazione interiore simile a quando ci si reca dallo psicologo e si mettono sul tavolino tutte le proprie paure, responsabilità, inquietudini, ma anche gioie, successi, obiettivi raggiunti, sfide. Perciò credo che il blog possa essere uno strumento terapeutico, non  troppo impegnativo ed al tempo stesso non troppo fugace. L'appuntamento con il proprio blog o con la lettura di altri blog ha un aspetto di condivisione da non sottovalutare, soprattutto quando le mamme, maggiormente nei primi tempi, sono "imprigionate" in forme di depressione post-partum, sono costrette a casa dal lavoro, sono immobilizzate a causa di un'operazione dovuta a parto cesareo e si trovano in una situazione di "isolamento" dovuta proprio alla loro nuovissima e sconvolgente esperienza di essere mamma. Il blog può rappresentare anche un nuovo modo per delineare il perimetro della nuova identità ed accettarla confrontandosi prima con se stesse e poi con le altre donne che condividono la medesima esperienza. Perchè se è vero che essere mamme è una condizione per la quale, in quanto donne, siamo predisposte naturalmente, il diventarlo è frutto di pazienza, sacrificio, trasformazione ed impegno...non è solo questione di amore ed istinto, bensì di volontà ed il blog può essere un ottimo strumento per tarare le tappe di un percorso fantastico e meraviglioso tanto quanto sconvolgente e rivoluzionario.

6 commenti:

  1. Direi che fotografi in pieno me e il mio blog!
    Buon fine settimana ;D!

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  2. Sante parole! Dovrei far leggere il tuo post a mio marito...

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    1. in cambio gli potresti promettere un poster di Belen! ;-P bacioni!

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    2. Ma lui ha la fissa della Yespica... Che sarà la prossima che disintegrerò. :-)

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    3. ovviamente!!!! se vuoi una mano fammi un fischio! in due si disintegra meglio! ;-P

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