mercoledì 8 ottobre 2014

Il Cristo Velato...un'opera blasfema o una blasfema interpretazione !?


 "Però qualcosa chiama" quando il padrone chiama i servi rispondono...                                                               
Ieri pomeriggio, martedì 7 ottobre, ricorreva la festa del Santo Rosario.


  Alle 18,30, a Napoli, nella cappella di San Severo veniva celebrato un incontro, promosso dai fratelli della Libera Muratoria anche sul loro sito, il goi,in cui oggetto d’attenzione è la famosissima ed affascinate opera del Principe Raimondo Di Sangro, ossia il Cristo Velato. In tale occasione viene sottolineato e ribadito che questa maestosa opera in marmo non è che il testamento dell’autore, in cui il Cristo non è da intendersi “solo” quello cristiano, bensì rimanda ad una interpretazione dell’opera in chiave esoterica: è infatti l’emblema di quella forza che caratterizza tutti i maestri risorti. Di quell’energia insita in ogni uomo tale da renderlo divino. Ecco, la cosa mi ha lasciata alquanto perplessa, in quanto, attribuire il nome o appellativo di Cristo ad un’opera sostanzialmente laica ha un retrogusto blasfemo ed ora spiego perché: non esiste religione, se non quella cattolica, in cui un maestro, guru, santone sia resuscitato. Solo nella religione cattolica Gesù risorge. Gesù non è il simbolo di nulla. Gesù, nella religione cattolica, è una persona, la croce è il passaggio dalla morte alla vita e la vittoria del bene sul male, la liberazione dell’uomo dal peccato e la speranza nella vita eterna. Voler scavare nell’uomo attribuendogli una parte divina, una energia indissolubile, in una visione massonica, è voler affermare l’idea che dio è nell’uomo, che dio non è “altro” da sé, che l’uomo è un essere ricorsivo, capace di badare a se stesso, capace di essere autosufficiente, di autodeterminarsi. Non riconoscere Cristo come una persona viva ma assurgere la sua figura ad emblema di una sostanziale ed intrinseca divinità dell’essere umano, significa attribuire all’uomo un potere, una forza che non attinge da Dio, ma da se stesso, soddisfacendo l’equivalenza Io= Dio. Per i massoni la differenza tra l’io e Dio è in quella D, che loro pongono come obiettivo da raggiungere, conoscenza da acquisire attraverso un percorso esoterico, gnostico, simile al super-io nietzschiano( filosofo che per giunta si è suicidato , dando prova della superbia che caratterizza questo gesto). Il Cristo Velato è intriso di mistero, di quella conoscenza riservata a pochi eletti. Il Cristo cattolico, al contrario, è accessibile a tutti, indipendentemente dalla propria condizione economica e culturale. Il Cristo Velato non rivela nulla, non svela nulla, piuttosto evoca delle verità sempre relative e tagliate su misura sull’essere umano. Il Cristo cattolico svela, rivela, smaschera, porta alla luce, spiega, parla per parabole accessibili anche ai più umili, predica un amore che porta fuori di sé, va oltre la propria misura e apre agli altri, anzi, viene incontrato attraverso gli altri, quegli stessi altri che i massoni reputano uno step, un mezzo per raggiungere la propria ambizione di perfezione individuale, che di gratuito non ha nulla, un “do ut des”, ti do perché dando a te io mi sento migliore e mi evolvo nel mio cammino di perfezione. Un massone non si farebbe mai crocifiggere per niente, per gli altri, in maniera gratuita. Anche la solidarietà e la beneficenza ha uno scopo preciso, definito, inalienabile. L’amore cattolico invece non ha tornaconto personale. Per questo credo che il Cristo Velato, per quanto sia un’opera materiale di un fascino ineguagliabile, la leggerezza del  velo è rappresentata nella pesantezza del marmo in maniera sublime, sia però un’opera blasfema, perché quando l’uomo vuole sostituirsi a Dio, sceglie inequivocabilmente mammona.

3 commenti:

  1. Raimondo di Sangro, per quel po' che conosco io, fu un personaggio veramente particolare che probabilmente cercava soltanto di raggiungere il mistero della vita con i mezzi della scienza, dell'occulto e dell'alchimia e probabilmente il suo Cristo non è altro che una rappresentazione di questa continua e strenua ricerca.

    In fondo non è per nulla scontato che dio esista ed il fatto che il Cristo sia velato per me può anche essere il simbolo di quella verità che non si riesce a raggiungere; una verità che, a dispetto dei vangeli e della tradizione venuta a crearsi a posteriori, risiedeva in quell'uomo e che con esso è 'ascesa' lasciando di fatto il beneficio del dubbio e la possibilità della scelta agli esseri umani.

    Io non ho mai studiato quest'opera e comunque parlo da persona atea, anche se non mi piace molto questa parola, quindi ti lascio solo la mia impressione sulla base di un pensiero estemporaneo e fissato sull'osservazione dell'opera in relazione alle tue parole.

    Un saluto e a presto!

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  2. Grazie per il commento! Esattamente sull'interpretazione dell'opera che mi sono soffermata che ne dà Grutt che secondo me è molto ma molto lontana dal messaggio originale. Tra le altre cose nel 1700 la scissione tra massoneria e chiesa non era così netta come invece si è intensificata negli anni avvenire, quindi laicizzare un'opera che fa chiaro riferimento alla morte di Cristo mi sembra alquanto azzardato e strumentalizzato da quel gruppo di ideologie che oggi vede nella Chiesa il "nemico assoluto" della laicità. D'altronde ognuno è libero di interpretare un'opera d'arte ma nulla mi vieta che il Principe si sia rivoltato nella tomba nell'ascoltare Grutt & company... :-P

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  3. errata corrige: è esattamente sull'interpretazione dell'opera sulla quale mi sono soffermata

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