lunedì 13 ottobre 2014

"Un senso di solitudine in invisibili conversazioni"

Mi piace osservare le persone. Mi piace guardarle e cercarne di intuirne i discorsi, i pensieri, i desideri. Passerei delle ore seduta in un angolo della strada a fissare chi mi passa davanti, a coglierne i gesti, gli sguardi, il modo di camminare, il modo di vestire. Quante storie che si sfiorano al solo sostare davanti ad una vetrina...quanti incontri mascherati da occasionali scontri mentre si attraversa allo stesso semaforo verde.
Sabato pomeriggio, mentre bevo il caffè, o meglio, tra un figlio che mi chiede l'acqua, l'altro che tenta di strapparmi la tazzina rischiando di  crearne con il caffè un'opera futuristica contro il muro del bar,  ed il marito che mi chiede dove ha messo (lui) il suo portafogli assegnandomi il ruolo di sfinge, riesco a volgere lo sguardo fuori ....e quello che vedo mi sembra quasi il set di una pubblicità, studiato, preparato ed ordinato a tavolino tanto che per me ha dell'assurda contemporaneità: tra donne, piacevoli, sole davanti alla loro ordinazione, sedute, immobili, immobili nello sguardo e nella postura, solo il dito sul loro smarthphone si muove, non un'espressione, non un sorriso, un accenno ad alzare la testa per vedere se accade qualcosa intorno a loro, se c'è qualcosa intorno a loro. Riesco a malapena a catturare quel momento, senza nemmeno troppa fretta, non c'è pericolo che la scena cambi di un benchè minimo particolare nel tempo che impiego a recuperare il mio cellulare sepolto nella mia borsa senza fondo, e così, immobile come la vedo, la immortalo...ho provato un senso di solitudine e tristezza...abbiamo a portata di mano, anzi di dito, il mondo intero, eppure non ci accorgiamo che abbiamo già perso il mondo intorno a noi...

3 commenti:

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