lunedì 3 novembre 2014

Un caffè con...La Via Dei Colori

«Siamo persone che hanno incontrato dei sassi lungo il percorso. E invece di scansarli o di inciamparci, abbiamo deciso di raccoglierli e di costruirci qualcosa»
Ilaria Maggi

Ilaria Maggi è il Presidente dell’Associazione “La Via dei Colori” nata nel dicembre del 2010 in seguito alle tristi vicende che hanno visto i bambini dell’asilo Cip e Ciop di Pistoia vittime dei maltrattamenti da parte di maestre ed educatrici dell’asilo stesso. Attualmente l’Associazione
 ( www.laviadeicolori.org) è un punto di riferimento per chi necessita di un aiuto psicologico, sociale e legale e che malauguratamente si trova a dover affrontare le stesse tragiche situazioni che hanno dovuto affrontare in passato le stesse famiglie che hanno fondato “La Via dei Colori”.  L’orrore, la paura, lo sgomento, lo smarrimento, l’incredulità, la sofferenza, il desiderio di trasparenza e chiarezza e la tutela dei diritti delle famiglie e dei singoli componenti di essi, in particolare dei bambini, da sassi e macigni pesantissimi sono stati, non senza fatica e dolore, trasformati dai componenti delle famiglie de “La Via dei Colori” in mattoni che hanno costruito un ponte di aiuti concreti e tangibili, mattoni che hanno trasformato il dramma in pensieri colorati capaci di ridisegnare la  realtà dotandola di campanelli d’allarme per orientare i genitori nella scelta oculata dei servizi educativi a cui affidare la cura dei propri figli. Ringrazio Ilaria Maggi per aver accettato di prendere un caffè con Socrate e con Walt…
      Ilaria, la realtà dell’Associazione “La Via dei Colori” ha fatto grandi passi avanti dal momento della sua costituzione. Attualmente quali sono i servizi a disposizione per chi si rivolge a voi?
Grazie a te  di averci ospitato. Per noi è un onore. La Via dei Colori ad oggi si occupa di gestire da un punto di vista legale e psicologico-giuridico molti fra i casi più noti alla cronaca come, fra gli altri, Pistoia, Conselice, Vado Ligure, Chiavari, Grado, Barletta, Bisceglie e purtroppo anche una serie di casi in fase ancora di indagine.
Il nostro Comitato Scientifico composto da Avvocati, Psicologi, Pedagogisti e professionisti specializzati nel campo dei maltrattamenti in struttura, creano attualmente una rete solida in grado di agire su tutto il territorio nazionale. Quest’anno abbiamo inoltre potuto aprire, grazie all’enorme aiuto della Dott.sa Mancioli, il primo Sportello di accoglienza per famiglie coinvolte in maltrattamenti presunti o accertati, oltre che di prevenzione al BurnOut per gli operatori a rischio nel settore. Oltre allo Sportello Multidisciplinare che è un luogo fisico ad Empoli (Toscana), da meno di un mese è nato il nostro numero verde (800-98 48 71) al quale possono rivolgersi famiglie che vivono l’atroce dubbio o la certezza di maltrattamenti sui propri cari affidati a strutture, così come le figure professionali a rischio come insegnanti, infermieri o altro che si sentano a rischio burn out.
Sostanzialmente la nostra associazione si occupa di guidare le famiglie dal discernimento del dubbio all’eventuale denuncia, accompagnandole poi, qualora servisse, nel percorso complicato del POST-Trauma. Unitamente a questo stiamo studiando i casi attualmente in corso al fine di poter mettere a punto una strategia preventiva fattibile ed efficiente affinché fatti tremendi come quelli occorsi a noi, non possano ripetersi.

   Nonostante la capillare informazione dei media su eventi che vedono i bambini vittime dei maltrattamenti da parte degli educatori, la recente cronaca ci sottopone a notizie di violenze reiterate nel tempo proprio negli asili. Cosa ne pensa dell’installazione delle telecamere all’interno degli asili come misura di controllo e prevenzione del fenomeno stesso?
Quello delle telecamere è sempre un tasto dolente in quanto molto ampio ed insidioso. Facile sarebbe dire “si alle telecamere” ma la realtà è che la telecamera da sola può essere un deterrente per coloro che si fanno scrupoli a far del male, ma forse non sarebbe sufficiente, da sola, a prevenire il problema. Oltre a questo si aprono una serie di scenari sui quali chi dice “SI alle telecamere” non sempre si sofferma. Quali telecamere? Pagate da chi? Controllate da chi? Installate da chi? Web Cam che metterebbero a rischio la privacy di bimbi ed educatori, Telecamere a Circuito Chiuso che potrebbe essere manomesso da chi compie il reato o cos’altro?
Il fatto che il Garante della Privacy non abbia AD OGGI autorizzato ancora NESSUN sistema di videosorveglianza in NESSUN asilo/scuola, la dice lunga. Il problema è urgente e spinoso ma noi non stiamo fermi a guardare. Ecco perché La Via dei Colori da mesi sta lavorando ad un progetto molto ambizioso del quale speriamo di poter dare presto notizia e che speriamo possa davvero essere un aiuto concreto e percorribile per tutte quelle strutture che vogliano davvero PREVENIRE il più possibile situazioni potenzialmente pericolose. Siamo dell’idea che solo un controllo accurato a monte delle assunzioni, unito a controlli periodici ed a supporti formativi e di monitoraggio sull’intero personale possa, eventualmente unito all’uso di telecamere “sicure”, essere un concreto passo avanti verso la prevenzione.
Ovviamente provare a creare un sistema di prevenzione sicuro ed efficace è un investimento economico, emotivo e lavorativo enorme ed è per questo che La Via dei Colori, oltre a chiedere la collaborazione di tutti coloro che hanno a cuore la sicurezza dei propri cari all’interno delle strutture, sta stipulando collaborazioni con diverse Aziende sul territorio nazionale. Dall’unione d’intenti con alcuni imprenditori sensibili alla nostra mission è nato un Charity Shop (http://www.laviadeicolori.org/aiuta-e-sostieni/charityshop/) che raccoglie una serie di prodotti di vario genere creati appositamente in linea con la nostra filosofia “resiliente”. I prodotti contenuti all’interno del Charity Shop LVdC che si sta ingrandendo giorno dopo giorno, darà alle persone la possibilità di aiutare e sostenere la nostra associazione acquistando degli oggetti belli e colorati per i quali una del ricavato verrà devoluto per sostenere i progetti di prevenzione e cura. Abbiamo chiamato quest’operazione LVdC Style proprio per dire “NO ai maltrattamenti” col sorriso e col colore senza per forza riportare alla mente quelle tragiche immagini che ormai tutti ricordiamo a tristemente a memoria. E’ stupendo scoprire come collaborando tutti insieme, nessun sogno sembra più così irrealizzabile.

      Purtroppo sia personalmente che per il lavoro che svolge all’interno dell’Associazione, lei ha modo di venire a conoscenza di storie di maltrattamenti su minori. Si è fatta un’idea dei molestatori? E’ riuscita a tracciare un identikit comune, con tratti comuni, caratteristiche della personalità simili degli educatori/educatrici, delle maestre/maestri protagonisti di tali nefandezze?
Purtroppo al momento non pare esserci un vero e proprio “identikit” della “maestra cattiva” e sarebbe inopportuno e spregiudicato diffondere falsi allarmismi. Le maestre ed i maestri che finora si sono macchiati di questi orrendi reati ricoprono tutte le fasce d’età ed hanno caratteri distintivi vari.
Quello che però abbiamo notato è che invece il modo di reagire dei genitori è più o meno sempre lo stesso. Una parte agisce con determinazione chiedendo giustizia e denunciando, una parte segue le cose passivamente e non schierandosi, una parte immancabilmente (e questa è la cosa più dura da gestire), nega la realtà nonostante evidenti video, perizie e documentazioni minuziose. Spesso quest’ultima “fazione” si schiera contro i genitori denuncianti ed a favore delle maestre nonostante video espliciti o indagini accurate. Ovviamente questo è riconducibile ad una reazione psicologica ed involontaria ad uno shock enorme che accade in poche frazioni di secondo, quando un estraneo ti dice che tuo figlio è stato picchiato e l’unica cosa che vorresti fare, lo so per esperienza, sarebbe scappare col tuo piccolo in braccio, il più lontano possibile da quella realtà dolorosa ed inaccettabile. Da qui proprio il nostro quotidiano impegno nel sostegno psicologico, morale ed informativo nei confronti delle famiglie che, come accadde a noi nel 2009, vengono colpite da uno Tsunami improvviso che rade al suolo tutta la tua vita sbalzandoti in pochi secondi in un mondo che non conosci e che fa un’enorme paura. Informare, sostenere e condividere con gli altri sta permettendo piano piano a tutti di conoscere questo fenomeno urgente ed assolutamente non trascurabile.

Ringrazio moltissimo Ilaria Maggi per aver voluto condividere questa positiva esperienza dell’associazione “La Via dei Colori” ed invitiamo chiunque sia sensibile a questi temi a visitare il sito www.laviadeicolori.org ed a diffonderne le finalità. Ne ricaverà un grande esempio di umanità in grado di trasformare un’esperienza negativa in una mano tesa ad aiutare chi è in difficoltà. Grazie ancora e buon proseguimento a “La Via dei Colori”!




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