venerdì 13 marzo 2015

La meditazione come spartiacque tra i bisogni e le aspettative. Il metodo dello specchietto.

Capita molto spesso che, fagocitati dalle innumerevoli ed intense attività quotidiane , si arrivi alla fine della giornata con la sensazione di "non aver concluso nulla" e nei peggiori dei casi di aver ripetuto delle azioni volte a soddisfare le altrui aspettative senza che da queste azioni se ne sia tratto giovamento o ciò che è peggio con una netta sensazione di insoddisfazione.

Il tempo che impieghiamo nello svolgere le attività in maniera cadenzata e spesse volte sovrapponibile piuttosto che avvicinarci a soddisfare quelli che sono i nostri bisogni ci travolge nel rispondere alle aspettative altrui che non sempre coincidono, appunto con i nostri bisogni.

Per cui il sottile confine tra bisogno e aspettativa viene superato e cancellato a tal punto da farci dire "sì" quando il nostro corpo vorrebbe dicessimo "no", a prendere un impegno per non scontentare qualcuno quando avremmo bisogno di riposare, a fare quella determinata cosa per non deludere qualcuno a cui teniamo, a sovraccaricarci di responsabilità per un senso di colpa indotto da qualcun'altro o per salvaguardare l'immagine che la società e le persone che ci circondano hann di noi...e molte volte ci ritroviamo a soddisfare le altrui aspettative, le richieste che ci pervengono dall'esterno senza che queste si conciliìno davvero con i nostri obiettivi, con il movimento che noi in primis vogliamo imprimere alla nostra vita.

Così un buono spartiacque che possa farci riflettere tra la differenza tra i nostri bisogni interni e le aspettative che il mondo esterno ci impone è quello di ritagliare almeno 10 minuti del nostro quotidiano per fermarci e "raddrizzare il tiro". Ovunque ci troviamo possiamo utilizzare uno specchietto da borsa. Meditare vuol dire "riflettere" e cominciare a riflettere partendo dalla nostra immagine riflessa in uno specchietto è un inizio per stabilire una connessione tra la realtà ed i nostri pensieri.

L'immagine riflessa nello specchietto, che sia un viso stanco, affaticato o sorridente e solare riporterà al nostro cervello dei pensieri che ci indurranno a chiederci "Perchè sono così stanco? Adesso, ora, come posso cambiare ciò che rifletto nello specchio?" Oppure, se i prova un pensiero di benessere e soddisfazione il guardarsi allo specchio potrebbe essere un modo per "complimentarsi" e continuare a motivarsi nel perseverare nel fare ciò che si sta facendo e che genera tale sensazione di appagamento.

Il tempo sottratto alla "riflessione" è tempo che in qualche modo ci chiederà il conto ed è sempre bene fermarsi avendo consapevolezza di farlo piuttosto che fermarsi perchè si è costretti a farlo.

2 commenti:

  1. Leggendo quest post, mi sono accorta di barare... ogni giorno. Mi sono resa conto che tendo a guardarmi allo specchio solo quando sono fondamentalmente serena. Immagino perché, inconsciamente, voglia vederci qualcosa di bello, desideri vederci la versione bella di me.

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    1. hai colto alla perfezione il messaggio che volevo veicolare...allo specchio non è possibile ingannarsi perchè ci rimanda sempre un'immagine reale di noi!
      Grazie per la tua condivisione di considerazioni personali ed intime!

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