martedì 10 marzo 2015

Rispettiamoci...rispettiamoli...


E’ notizia di questi giorni che alcune scuole italiane, asili e scuole dell’infanzia, per diffondere una cultura del “rispetto” abbiano previsto progetti che contemplano giochi di ruolo per bambini al fine di far mettere loro nei panni degli altri per sviluppare il cosiddetto “rispetto di genere”.
Personalmente credo che il rispetto sia un concetto che non possa essere slegato dall’empatia e dalla maturazione dei bambini stessi e dall’esperienza e dall’età, né 
tantomeno
da un’educazione morale ( mores =costumi di una società) che preveda il rispetto delle tappe di crescita dei bambini stessi ed il loro livello di ricezione ed elaborazioni delle informazioni.

Tra l’altro alcune scuole si servono di illustrazioni di famiglie di genere diverse per veicolare il messaggio che la realtà è variegata e multiforme.

Il rispetto, però, a mio parere deve andare anzitutto alle tappe graduali di apprendimento degli stessi bambini senza violentarne gli elementi di ricezione e la delicatezza dell'elaborazione delle informazioni ricevute dal mondo degli adulti.

I bambini accolgono la realtà delle relazioni umane molto più velocemente e a fondo degli adulti, perchè ancora privi di sovrastrutture logiche e morali che si acquisiscono in seguito grazie alla diretta esperienza data dagli anni, per cui l'illustrazione della realtà così come la vogliono indottrinare ai bambini con cartelloni, disegni e spiegazioni, giochi di "ruolo" per me è del tutto inutile se non dannosa se monca di temi fondamentali che da mamma e da pedagogista credo che se affrontati troppo presto non rispettino i tempi di apprendimento ed assimilazione dei bimbi stessi quali per esempio "perchè da due omosessuali non nascono bambini?""ma Giorgio che ha due papà da quale pancia dei due papà è nato? " cos'è l'utero in affitto?" "Cosa significa fecondazione naturale e artificiale?"...Qualche giorno fa mio figlio di 5 anni , mi chiede"Perchè c'è l'aria?...posso prenderla? Perchè non la vediamo?"...e questi infiniti perchè hanno il diritto di ricevere risposte vere e concrete che non possono essere lasciate in balìa della fantasia che nasce dall'inadeguatezza delle risposte degli adulti e dei nostri limiti non essendo tuttologi. Il problema per me quindi non è morale
( l'educazione morale è peculiare dei genitori) ma concreto, scientifico, oggettivo...siamo sicuri che nella nostra corsa a voler per forza farci paladini del rispetto delle diversità ( e qui però come insegnante di sostegno potrei aprire un capitolo lungo un fiume di quanto siano per primi gli insegnanti a non riconoscere, accogliere e accettare l'handicap) non stiamo violentando i tempi dei nostri figli con il rischio di immettere troppe informazioni che per la loro età non sono ancora in grado di elaborare? La realtà delle relazioni umane ai bimbi non va spiegata perchè molto più sagaci di noi adulti e molto più naturalmente disposti ad accoglierla, ma è necessario spiegare aspetti della realtà che ci circonda cercando di non creare confusione e mi chiedo come possa un bambino di 4 anni comprendere cosa sia un "utero in affitto" quando ancora non si spiega perchè quel bambino, suo compagno di classe, è nato con il dente storto o spiegare che vi sia un’attinenza culturale tra l’essere femmina ed il fucsia quando ancora a 4 anni confondono il giallo con il rosso!

Se domani all'asilo di mio figlio mettessero dei cartelloni con la spiegazione delle varie forme di cancro illustrandone foto di pazienti nel decorso della terapia o semplicemente disegnandoli a fumetti colorati solleverei con altrettanta forza e determinazione i miei dubbi...eppure il cancro è una realtà molto più diffusa e tangibile della diversità delle varie forme di famiglia e di genere. 
I bambini hanno i loro tempi, le loro speciali e sottili modalità di apprendimento, siamo sicuri che questi insegnanti ne siano a conoscenza? Siamo sicuri che questi presidi abbiano le giuste competenze pedagogiche per sostenere questo tipo di indottrinamento? A occhio e croce direi proprio di no.



I bambini non sono vasi vuoti da riempire ma meraviglie e miracoli unici da aiutare a sbocciare rispettandone le tappe, i limiti, le potenzialità e le immense sorprendenti qualità di cui sono forniti.

Rispettiamo i bambini!
Rispettiamoli, impareranno così a rispettarsi!

2 commenti:

  1. Se l'articolo prende spunto dal "Gioco del rispetto" di cui si è tanto parlato in questi giorni e che ha visto protagoniste alcune scuole materne di Trieste, nessuno ha mai avuto intenzione di parlare di uteri in affitto o omosessuali, nè c'era alcun riferimento alla sessualità in generale. si trattava di mostrare ai bambini che le donne possono fare le idrauliche o saper aggiustare un'auto o perchè no, fare l'astronauta mentre (orrore!) un uomo può benissimo stirare e occuparsi di faccende domestiche. il gioco del travestimento lasciava semplicemente liberi i bambini di scegliere come travestirsi, una femmina poteva scegliere di essere un pompiere e un maschio una strega, per dire. non la vedo una cosa così scandalosa. e quello che è stato interpretato come il gioco "del dottore" era semplicemente e banalmente il fatto di mostrargli come il cuore batte a tutti allo stesso modo, in poche parole: siamo tutti esseri umani, anche se qualcuno spesso se lo dimentica! poi può essere pure che qualche bambino avrebbe notato che qualche differenza fra maschi e femmine c'è, non ci vedo nulla di male neanche in questo. oppure vogliamo che arrivino a 18 anni senza che sappiano che i maschi hanno il pisellino e le femmine no? no perchè siamo noi adulti che diamo a queste cose un significato malizioso se non perverso, perchè siamo noi ad avere un rapporto con il sesso malato, evidentemente. più reticenza abbiamo di parlare di certi argomenti e più loro li percepiranno come sporchi e sbagliati. su questo argomento poi si è scritta come al solito tanta spazzatura, con politici che hanno cavalcato l'onda della disinformazione e la gente che come sempre mostra poco senso critico e si beve qualunque idiozia. tanto per chiarezza, consiglio questo articolo http://www.bufale.net/home/bufala-trieste-asili-gioco-del-rispetto-con-toccamenti-vari-e-travestimenti-bufale-net/

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    1. Cosmicmummy i tuoi commenti mi fanno sempre un gran piacere perchè non sono mai viziati da nessun tipo di ideologia s enon un'obiettività data dal tuo sapere "scientifico" per cui rispondo molto volentieri con una provocazione: i bambini sono avvezzi al travestimento a 36o gradi, si pensi alle feste di carnevale, al gioco di interpretare degli animali, o al teatro per bambini in cui non di rado le femminucce interpretano ruoli maschili e viceversa. Questo perchè il "travestimento" o l'"indossare" i panni degli altri, simulandone i mestieri, i comportamenti, gli atteggiamenti diverte molto i bambini che nella loro rappresentazione fantastica danno sfogo al quel "super-io" che tutto può solo se lo vuole anche con pochi elementi e strumenti che tanto si confà all'età dei bambini stessi. Per questo credo che la proposta nell'asilo di Trieste volta come un esercizio che educhi al rispetto, non sia pertinente nè
      è tantomeno efficace nei bambini di quella età. Il rispetto a quella età, età dell'infanzia, è un valore veicolato dall'esempio degli adulti, dallo spiegare ai bambini il concetto di possesso facendolo vivere non come gioco ma come realtà concreta ( si sa che per i bambini quello che è mio è mio e quello che è tuo è mio) e nel vedere per esempio il papà riempire una lavastoviglie e cambiare il pannolino al fratellino o sorellina che sia perchè i valori a quella età non possono essere veicolati tramite un gioco. E' la stessa struttura mentale e il processo di acquisizione di identità del bambino che a quell'età non è pronta ad accogliere valori attraverso il gioco ma solo elementi per una struttura mentale. E gli stereotipi si formano con l'esperienza, con schemi mentali acquisiti con il giudizio, la capacità di farsi un'opinione e crearsi un'idea. I bambini a 4 anni non hanno la capacità morale e di giudizio che gli permetta di fare riferimento a degli stereotipi. I valori non si apprendono allo stesso modo di come si può apprendere un'abilità fisica o intellettiva. Il vizio di un pregiudizio risiede non nel cattivo apprendimento ma nel punto di vista, nella prospettiva peculiare di un adulto e non di un bambino.
      Grazie per il commento sempre acuto!

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