venerdì 12 giugno 2015

L'organizzazione del tempo come gestione dell'ansia.


Avere in pugno il tempo è perdita dello stesso se non lo si orienta in spazi da rispettare.













E'risaputo che l'ansia sia un'emozione che ha due facce: l'una positiva quando ci si predispone naturalmente ad affrontare una qualsiasi situazione nuova, che genera quella tensione necessaria per convogliare tutte le forze e le energie per predisporci ad affrontare l'evento. L'altra, invece, negativa, che ci vede in preda a confusione mentale, angoscia, disorientamento, destabilizzazione. Tempo addietro visitando dei pazienti autistici gravi  in una casa di cura, rimasi molto colpita da un metodo utilizzato per la loro gestione del tempo che lenisse in qualche modo le loro ansie: ognuno di loro aveva sopra il letto un calendario scandito con orari, attività da svolgere in orari e tempi prestabiliti accompagnati da una loro foto che ritraeva loro stessi intenti a svolgere quella determinata attività. Mi fu spiegato dagli esperti del settore che questo metodo aiuta a visualizzare i compiti da svolgere nel quotidiano e che il fatto di averli costantemente sotto la loro vista leniva loro tantissimo quell'ansia "da prestazione" perchè erano coscienti e consapevoli di ciò che stavano affrontando. Ho sempre sostenuto che l'improvvisazione e la precarietà siano caratteristiche dei tempi adolescenziali in cui l'imprevisto non è schivato anzi è anelato e rappresenta il sale della vita e la routine prestabilita può apparire noiosa e triste. Di contro, crescendo, maturando e confrontandomi con gli impegni quotidiani, le cure costanti che richiedono i figli, con gli umori dei capi e dei colleghi di lavoro, con la burocrazia lunga ed incostante, con la precarietà dei contratti, con gli imprevisti relativi alla salute, ho capito che è necessario non fare della imprevedibilità una regola di vita. Ossia, è fondamentale organizzare la propria giornata, le proprie vacanze, ed il proprio lavoro includendo sì certo la variabile dell'imprevisto ma non "vivendo alla giornata" in balìa degli eventi, rispettando la tabella di marcia prefissata, gli orari degli appuntamenti previsti, il budget che si è riservato a disposizione di qualche spesa, addirittura programmare il proprio tempo libero per non cedere alla tentazione di un'accidia stancante e non di certo rigenerante. Quando decidiamo di vivere così, un pò come viene è come se dicessimo "saliamo sul carro ma facciamoci trasportare dai cavalli". Non credo sia così, non credo debba essere così. Organizzare la giornata significa dare il giusto valore al proprio tempo, rispettare le persone che ci circondano includendole nel tempo da vivere assieme e non assoggettandole alle nostre ansie o peggio ancora umori, programmare le energie, dosando i nostri punti di forza e di debolezza. Vivere il presente con un orientamento non di certo rigido ma nemmeno così labile da doverci indurre a delegare il nostro potere di imprimere un movimento alla nostra vita, essendo questa già socialmente altalenante per fattori che esulano dalla nostra volontà non può che essere un atteggiamento costruttivo. Tutto parte dal concetto di realtà e da come riusciamo ad esserne presenti e realistici per non incorrere in ansie dovute a frustrazioni relative alla nostra personale concezione della realtà che scava scava non ha nulla a che vedere con la realtà stessa. E' per questo motivo che induco sempre i miei allievi ad acquisire un proprio metodo di studio personale, scandire i ritmi, i tempi di studio, consigliare loro un riposino post-prandiale per evitare che il sonno possa essere d'ostacolo allo studio pomeridiano, dosare le proprie forze e perchè no, anche lasciarsi degli arretrati sapendo che vi sarà dedicato un tempo per poterli recuperare. L'analisi della realtà è fondamentale per poterla sostenere, affrontare e vivere appieno...sono sempre più convinta che la disciplina personale sia una grande forza per sentirci davvero sempre padroni di noi stessi e che ci prepari ad affrontar l'imprevisto in maniera matura ed equilibrata nel rispetto di una convivenza sociale civile che condivida un senso comune e non solo il proprio senso centrato intorno ai propri bisogni o peggio ancora ad ansie che possono essere affrontate utilizzando piccoli trucchetti e tecniche facilmente applicabili per tutti.

Avere in pugno il tempo è perdita dello stesso se non lo si orienta in spazi da rispettare.

2 commenti:

  1. L'episodio nel centro con pazienti autisti mi ha fatto venire in mente le persone che, la mattina, scrivono una lista di tutto qello che devono fare e si sentono sollevate ogni qualvota completano una mansione e lo segnano sulla suddesta lista.

    Io sono una persona che, di solito, programma le giornate... direi che mi è sempre venuto spontaneo da che mi ricordi. A volte, tuttavia, mi piace procrastinare su alcune cose e mi piace l'idea di dire a me stessa: questo lo farò domani e chissene...

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    1. anche perchè è impossibile riuscire a fare tutto tutto tutto tutto...siamo mica Wonder Woman!?!??! :-P

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