domenica 14 giugno 2015

Napoli non è solo Gomorra, Napoli può essere molto peggio…i lucky men partenopei!

Ha il colletto della polo sempre alzato, abbronzato di quel dorato preso sulla sua barca stramilionaria che usa 15 giorni all’anno al massimo ( perché l’estero rimane una delle sue mete vacanziere preferite, se non altro perché così può raccontare le proprie gesta eroiche di aver fatto 16 ore di aereo, di aver mangiato uno schifo sull’aereo, di avere avuto una gastroenterite che manco la protagonista de:"L’esorcista" potrebbe lontanamente immaginare e che l’anno prossimo si cambia compagnia aerea…però il mare…il sole…eh, tutta ‘nata cosa!) dicevamo, quella barca che farla giacere nella darsena per tutto il resto dell’anno gli costa di più che gettarla a mare, sorriso bianco da dentiera che manco Jim Carrey arriverebbe a tanto dopo nemmeno diciassette sedute di sbiancamento professionale dal dentista…il cellulare ultimo grido, che poi in fondo a gridare è solo il conto in banca, una donna accanto sempre parruccata, estetizzata, botulinizzata e, super impegnata in tutto fuorchè in attività che richiedano vero impegno in cui osservare il colore di capelli della gente per strada richiede un impegno pari ad una mini laurea presa alla CEPU ( Capelli e Parrucco Universali) …intento a prestazioni competitive in qualsiasi sport, sci, golf, tennis, tanto che in fondo non si capisca bene ancora cosa gli piaccia davvero; ama gli animali, solo se a debita distanza o meglio se guardati solo in foto; si sente femminista perché qualche volta armato di cucchiarelle di legno, cappello da cuoco e grembiulino con sopra ricamato” sono il re della cucina” prepara piatti paragonandosi al Cracco di turno, perché in fondo far cuocere la pasta gli richiede impegno , arte, concentrazione…La sua fede è credersi bello, sempre, comunque, nonostante l’età, i falsi acciacchi e lo specchio. La fede, si sa, fa miracoli!. Scommette su tutto, cavalli, schedine, nel gioco delle carte, ma in fondo non scommette mai nulla, scommette su tutto, se sono soldi in palio o ostentazioni di qualche virtù nascosta ancora meglio, fuorchè rischiare e scommettere con la propria vita ( non biologica ovviamente si intende!), senza mai mettere in gioco se stesso davvero, rimanendo incatenato ed imprigionato nei suoi schemi, nelle sue comodità, nel suo recinto, in quei comodi clichè in cui una sfida della squadra di calcio  del cuore rimane l’emozione più grande degna di trattati di fiumi filosofici di sti'cazzi( poi magari se gli chiedi qualcosa di politica gli prende un attacco di stitichezza fonetica)non sapendo manco chi sia l'attuale presidente della Repubblica...!. Qualche volta il suo portafogli si apre non solo per vernissage, aperitivi, feste ed eventi mondani….qualche volta si apre per far del bene, per donare ai meno fortunati, a quelli ai quali la solidarietà mondana darà eco per qualche giorno…ma solo per esaltare la grande magnanimità del tipico alto-borghese napoletano che per non apparire troppo cafone condisce il dialetto napoletano con accenti vomeresi o posillipini ( i cosiddetti “chiattilli” ,che manco un milanese riuscirebbe a snaturare e storpiare così bene il vero dialetto napoletano!) . Ha un ego ipertrofico ed ogni occasione è buona per lustrare il proprio individualismo, i suoi amici lo adorano, ha un seguito di amici fedeli pronto ad applaudirlo in tutto considerandolo un fenomeno, anche se fa una scorreggia( con due "r", è più onomatopeica!), la sua è profumata! Lo trovi “giù Napoli” solo per sorseggiare un caffè al Gambrinus, (lì oltre ai turisti ci va la “genteperbene”) o fare la capatina annuale da Marinella ( alle mutande ci pensa la moglie, la compagna, la mamma e qualche volta la tata)…Lui odia la camorra, odia Napoli, ma non come città, Napoli è la città più bella del mondo, ma per la munnezza ra’ gente che vi ci abita…odia il pizzo, il ricatto, la violenza…eppure conosce l’amico dell’amico che non esiterebbe a fare una raccomandazione al nipote della cognata per quel lavoro ai vertici della “Napoli bene”… cede continuamente, a volte inconsapevolmente, al ricatto morale del “pare brutto, gli devo un favore”; che all’amico non fa pagare la visita medica, ma che al poveraccio dice “ purtroppo è il sistema sanitario nazionale, ahimè è necessario pagare”!, che in ospedale ci lavora tizio caio e sempronio e che ci parlo io che ti faccio fare un trattamento di favore, che conosco uno che l’assicurazione dell’auto te la fa pagare meno…perché quei soldi che mi fai risparmiare poi me li brucio alla prossima festa con una bottiglia di Champagne…perché fa più fine e non impegna cagare i soldi piuttosto che rispettare le regole di una società nei confronti della quale si prova un profondo disprezzo…è a favore dell’amore, sempre e comunque poi, sì, sì, sì, sì ai matrimoni omosessuali, adozioni gay, ma quanto ridere del familiare  che ha tendenze gay, che il “viva i gay” gli legittima anche il ridergli alle spalle e farne oggetto di ridicole battute e psicologia da bar per masturbarsi la mente per una serata  in compagnia in cui i" ricchioni" sono banditi, ma con classe ed eleganza,( che i gay si guardino bene non solo da chi hanno dietro ma soprattutto da chi si trovano davanti!) .

E così qualcuno ci ha pensato bene di farci sopra una trasmissione che dia lustro a questa Napoli, che non conosce Brian Eno manco a pagarla, che è abituata a leggere il cartellino dei prezzi piuttosto che un libro o quotidiani, a meno che non si tratti di necrologi o di qualche amico arrestato di cui si parlerà per secoli nei salotti baroccheggianti che sembrano essere le succursali del museo archeologico nazionale. Uno spaccato che rispecchia la morfologia della città…in cui vi è una via Toledo piena di lustro, luccichiì ed arte che non appena giri l’angolo ti ritrovi nei quartieri spagnoli in cui uscire nudo dall’altra parte della strada senza scampo e via d’uscita è la cosa meno peggio che possa capitarti in cui le luci del brilluccichìo di via Roma potrebbero abbagliarti a tal punto da farti così male tanto quanto male potrebbe essere lasciare il motorino parcheggiato nel covone di Santa Lucia!

Se questa è la risposta a Gomorra io dico che siamo ancora molto lontani dalla realtà…che non si risponde alla merda con altra merda, nemmeno se la si ricopre d’oro.

Una città che prima di essere divisa in quartieri, strade, vicoli, viuzze ed edifici, è divisa a schemi come i quadrilateri militari dei romani, in cui il perimetro e le delimitazioni sono invisibili perché sono tracciati e tatuati nella mente dei napoletani, che ti catalogano e ti sanno collocare nello schema giusto al semplice suono di un accento prima ancora che dal conto in banca o dalla zona a cui appartieni. E la solitudine dei napoletani è quella di essere incasellati in categorie ed in etichette che nulla hanno a che vedere con l’identità personale…perché o fai parte di un gruppo oppure “nun sì nisciuno”…



Ma Napoli è la mia città…”tra l’inferno e il cielo… …”(cit. Pino Daniele) e questa rabbia profonda che mi porto dentro nei confronti di questa ipocrisia così dannatamente camuffata da perbenismo mi lacera nel cuore…perché Napoli non è quello che fanno vedere…perché Napoli è molto di più e non può essere ridotta ad un confronto tra diversi modi di vivere che sono diversi solo in apparenza, accomunati dallo stesso disprezzo che assume solo abiti diversi che proviamo gli uni per altri in cui l’orgoglio napoletano esce allo scoperto solo negli stadi di calcio oppure quando si vuole fare scudo contro i pregiudizi settentrionali che spesso schifano noi del sud, noi terroni, noi meridionali in misura molto minore rispetto a quanto ci schifiamo tra di noi, …..napoletani di Napoli…di “Napoli, Napoli” perchè qualche donnina con la puzzetta sotto il naso direbbe che gli altri, quelli che esulano dalla vista di San Martino in giù, non sono manco da considerarsi di Napoli....quelli so'terra terra, quelli sò cafoni!



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