venerdì 11 settembre 2015

Una mamma e la strana faccenda del gender...

Nel marasma generale di chi dice che non esistono teorie o ideologie gender e di chi, invece, sostiene che vi sia un preciso disegno a discapito della famiglia  ecco che c'è una mamma, come me, che per quanti libri abbia letto, informazioni abbia reperito, siti visitati e stravisitati tanto che potrebbe diventare un tour operator del web con titolo conferito ad honorem tanto il tempo passato a reperire dati che nemmeno per la stesura della tesi di laurea ha impiegato...ecco, dicevo, una mamma come me che rimane perplessa davanti al termine "gender" ma che in questo caos di rara nebulosità, è finalmente arrivata a delle conclusioni (a confronto le sedici ore di travaglio per "sfornare" il primogenito sono una passeggiata nel parco singing in the rain!)

Il campo di battaglia su cui si può capire davvero la questione gender è la propria quotidianità.

Ossia, se io ho ben presente i principi secondo i quali voglio crescere i miei figli, alcune cose o teorie, idee o proposte fatte dalle stesse scuole si eliminano in automatico...è un pò come avere un figlio allergico al latte...è chiaro che il latte è contenuto in tanti alimenti, presentati in forme e colori diversi ( giusto per citare un must della musica italiana, ossia Ligabue) per cui, quando vado al supermercato e leggo sull'etichetta dei prodotti "lattosio", giro i tacchi ( veramente i talloni, a meno che il tacchettino invisibile delle ballerine possa definirsi tale) e me ne vò altrove.

Ecco, io e mio marito sappiamo bene cosa vogliamo e cosa non vogliamo per i nostri figli, per cui se io so che i miei bimbi non si toccano, qualora mi si presentasse a scuola un programma con un corso che mi dice che è contemplata la possibilità di illustrare le parti anatomiche dei miei bimbi indicandole o mostrandole attraverso un gioco o altro, io me ne terrei ben lungi...e non chissà  per quale motivo di origine puritana, religiosa o pseudo tale, o peggio ancora politica o pseudo tale  o, ancora,  perchè ho paura di chissà cosa ma perchè ho chiaro il netto il confine tra l'insegnamento che la scuola può conferire e quello che i miei bimbi riceveranno in famiglia...e c'è un campo, una sfera, uno spazio che racchiude il concetto di "intimità" fisica e non, il cui accedervi è compito oneroso, difficile, spesso ostico che se lasciato in balìa del solo desiderio di delegare o conferire informazioni generalizzate, per quanto può essere buono il fine e lo scopo, come l'evitare discriminazione tra pari, può davvero essere pericoloso minando l'equilibrio dei nostri futuri uomini/donne se non contestualizzato e se non accompagnato da una variabile essenziale in cui il bambino possa sperimentare un amore esclusivo ( variabile essenziale come detto sopra) per lui che è accoglienza, ascolto, tenerezza, peculiare dell'ambiente familiare ( di quelle famiglie non "malate" ovviamente) che non può e non deve essere delegato, perchè materia unica ed irripetibile, nella sostanza e nel tempo, unica via per poter davvero accostarsi a quella sfera intima che rimarca l'unicità di quell'esserino che abbiamo davanti.

Se io credo, e sottolineo se, che tra la famiglia e la scuola debba esserci una sinergia, nè l'una, nè l'altra credo debba offendersi o trincerarsi dietro chissà quale corazza qualora vengano fatte delle proposte, che il mittente sia la famiglia o la scuola...per cui, io genitore, mi informo, studio ma ancor di più, come un sarto che cuce il vestito su misura, confronto le proposte fattemi dalla scuola con la maturità dei miei figli, con le tappe cognitive che stanno attraversando, e non di meno con il buon senso.

Ogni famiglia dovrebbe avere un progetto educativo ben strutturato per i propri figli in cui si definiscono le linee guida dell'educazione da impartire ai propri figli non trascurando un aspetto fondamentale, ossia che ogni figlio è una persona unica ed irripetibile e come tale necessita di un "piano di educazione individualizzato" perciò come mamma rivendico un diritto sul quale non voglio abdicare: ossia essere resa partecipe dei programmi, corsi, metodi adottati dalla scuola affinchè possa esprimere il mio parere forte del fatto che è in ballo la vita dei miei bambini e qualora per qualche motivo non fossi d'accordo con le linee guida adottate dalla scuola, poter muovere mozione senza essere tacciata in automatico di "arretratezza, bigottismo, spirito medievale, idee retrograde e/o anti progressiste"a seconda di come tira il vento che muove la banderuola politica che governa il Paese.

Il pluralismo è questo: tu proponi, io accetto o meno, ma se tu proponi/imponi questo non è pluralismo ma dittatura, perchè se poi denigri, irridi e non ascolti allora due sono le ipotesi: o fingi di proporre per imporre, e quindi mi prendi in giro, o non riconosci la mia autorità nel ruolo di genitore, nello specifico mamma e papà, e quindi ti poni un gradino sopra la famiglia stessa, ed è un controsenso inutile e dannoso perchè la stesura del progetto educativo spetta alla famiglia, in prima istanza, tutto il resto è un pezzo da incastrare. E' come se ad un certo punto i cavalli decidessero di andare dove vogliono senza le istruzioni delle redini del cocchiere...


Per cui credo che personalmente ho il dovere di intervenire qualora ci siano cose che non capisco, anche solo per chiedere, per avere delucidazioni e osservare la buona riuscita o meno delle proposte che ho eventualmente accettato o rifiutato. E questo mio dovere è un diritto che nessuno può togliermi, che va riconosciuto e rispettato nella consapevolezza che ci sono compiti educativi che spettano a ruoli familiari ben definiti che non possono essere sostituiti nemmeno dal miglior programma educativo scolastico candidato al premio Nobel.

Per cui non è importante che ci sia la dicitura o meno "gender" su qualsiasi programma o corso proposto, ma l'importante è avere ben chiaro quello che si vuole per i propri figli, stilare un progetto che merita dedizione, costanza, attenzione, impegno, tempo e amore, quella variabile senza la quale ogni cosa può essere spacciata per buona in suo nome, ma con la quale ogni cosa è davvero passata al setaccio perchè ne va della felicità dei nostri figli. Perchè un esperto le risposte le trova sui libri, sulle enciclopedie, sui trattati, nelle leggi...un genitore le risposte le trova nel cuore.


4 commenti:

  1. Non ho figli ma una cosa ho ben chiara che possono esservi dei supporti per i genitori ma che nessuno può sostituirsi a loro,che per insegnare ai bambini e ragazzi a non discriminare vi siano molte vie senza bisogno di racchiuderlo in un programma ma nel quotidiano che vivono nelle ore passate sui banchi di scuola.
    Credo che questa storia del gender stia passando i limiti e pretenda di sostituirsi ai genitori.
    Concondo con quanto hai scritto e credo fermamente che scegliere sia un tuo sacrosanto diritto e che nessuno, scuola compresa può sostituirsi a te quanto madre e che sarebbe tempo che molti genitori la smettano di delegare o accettare ogni programma d'insegnamento che venga attuato dalla scuola senza non dire mai nulla.
    Ho assistito a genitori prendersela oltre modo con i bambini per volte folli turbe degli insegnati senza porsi il dubbio che forse non era il bambino ad essere sbaglio ma il sistema scolastico.
    Ciao

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  2. AMEN!!!
    Concordo con te su tutta la linea!
    Il punto è che se questa cosa passa non ci sarà nulla da scegliere...a meno che uno non possa contemplare nelle scelte, anche quella di non mandarli a scuola...

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