Perchè dopo aver percorso le strade impervie della realtà, conoscendo a fondo te stesso, puoi sprofondare nel più bello dei sogni facendolo diventare la tua meravigliosa realtà! Copyright © docF.G.
giovedì 12 aprile 2012
La paura della morte
Quasi sempre la paura della morte non è paura della morte in sè, quanto paura della solitudine, di non essere capiti e compresi fino in fondo, paura di essere soli davanti a qualcosa di sconosciuto e di immensamente più grande di noi. Quante volte davanti ad ostacoli che ci sembrano insormontabili, la carezza dell'amato, il consiglio di un amico, la mano tesa di una persona cara hanno lenito la paura, hanno attutito il colpo perchè nell'unione e nell'incontro con l'altro ci sentiamo forti, ci scambiamo il coraggio, condividiamo la paura. Nella morte siamo lasciati soli a noi stessi. Soli con i nostri pensieri, soli con le nostre paure, soli con il nostro dolore e spesso più cerchiamo conforto ed aiuto, più il senso di solitudine piuttosto che attenuarsi si acuisce. La morte in fondo non è che il distacco dal nostro corpo, dalle nostra abitudini, dalle nostre certezze che con fatica abbiamo cercato di costruire ma la morte è anche un faro importante se sappiamo collocarlo nella giusta prospettiva. Tutta la scala dei nostri valori cambia se abbiamo come punto di riferimento la morte. Le cose che ci sembravano importanti e fondamentali si ridimensionano trovando una collocazione pari al loro valore, i rapporti si liberano di formalità e convenzioni, il nostro comportamento è privo di condizionamenti. In fondo quello che rifiutiamo è l'idea che un giorno tutto sarà finito e se non credi in qualcosa che vinca e superi la morte, questo è un pensiero che ti porta spesso alla pazzia. Perchè trovare un senso al dolore, alla sofferenza ed alle ingiustizie se non è accompagnato da una chiave di lettura che si stacca da una visione puramente materialista della vita ci toglie la peculiarità stessa dell'essere umano, capace di trasformare ciò che tocca in vita con la forza del pensiero e la capacità di credere anche a quello che non tocca e che non vede.
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si cara, hai espresso bene anche parte dei miei pensieri...proprio qualche giorno fa , colpiti nuovamente dal dolore, mi soffermavo su quanto durante la nostra vita travisiamo i punti fermi e mi dicevo....l'unica certezza della nostra vita è che ci sarà la morte....e chi mi ascoltava mi ha aggredita:come puoi dire ciò? se vivessimo con questa certezza sul collo la vita non evolverebbe gran che!! ma io intendevo dire che se almeno una volta al giorno fossimo capaci di pensare che è ciò che ci aspetta, forse saremmo più aperti alla comprensione e meno inclini all'egoismo....forse sbaglio, ma nella mia vita è quello che cerco di fare e non mi importa se non sarò ricordata come una persona rampante, preferisco che mi si ricordi per i sorrisi e le carezze!!
RispondiEliminabacio tesoro...e grazie per il "caffe" ^___^
lo sai che per te c'è sempre pronto un caffè mooooolto speciale e...non andare da Socrate o da Walt, io sò napoletana e come lo faccio io il caffè non lo fa nessuno dei due!!! eheheheh!!! un abbraccio!
EliminaLa morte mi spaventa e cerco di non pensarci mai, anche se spesso mi ha sfiorata portandosi via amici nelle maniere più varie, ne ho persi tanti... Giovanissimi. Poi nel giro di pochissimo ho iniziato a perdere i nonni, mia madre mi guardava stupita del fatto che rimanessi rigida, senza emozioni. In effetti è successo qualcosa di strano, è come se rifiutassi la morte, come se per me fossero ancora tutti vivi. Pochi mesi fa ci ha lasciati mio suocero dopo che in 9 mesi il cancro lo aveva divorato. Noi sapevamo, lui no... O forse lo ha sempre saputo e ha recitato con noi. Tutto questo mi ha smosso, ho pianto tanto e mi manca come un padre. So che non c'è più e ho dovuto vivere il dolore anche del più Grande dei miei bimbi. E mio marito... Non ne parla mai, non si sfoga mai e se provo a fargli qualche domanda si chiude a riccio. Scusa se ti ho fatto un tema, il fatto è che mi è uscito tutto così :-)
RispondiEliminai blog servono anche a questo...a tirar fuori quello che a volte si cela anche a noi stessi! Grazie Eu...ti capisco perfettamente! Un bacio grande grande!
EliminaIo non ho proprio paura della morte, ho più paura di soffrire, di vedere il dolore negli occhi di chi mi ama. Sarà il mio lavoro, sarà che ogni giorno vedo persone più o meno sofferenti, ma mi sono resa conto che il pensiero della morte mi tocca il giusto. Solo ultimamente ci ho pensato spesso, ma per via di strani sogni che faccio, quindi mi nasce l'ansia per le mie figlie. In realtà credo che la morte sia semplicemente la fine di qualcosa, della vita e non solo: termina un percorso complesso ed intricato che ci ha portati al traguardo. Se da una parte provo dispiacere per la scomparsa di un caro o di un giovane, dall'altra sono convinta che se quella cosa è successa in un certo modo ed in certo momento è perchè così doveva essere, è perchè chi è intorno deve imparare qualcosa. Solo gli osservatori attenti, le persone col cuore aperto, credo, col tempo riescono a vedere la ragione di quel traguardo tagliato in velocità o precocità. E' un atto di fede per qualcosa che non si tocca e non si vede, appunto, e che potrebbe aiutarci a migliorare la nostra vita.
RispondiEliminaUn bacio, Adry.
se ci fosse il tasto "mi piace" lo cliccherei!!! un bacio anche a te!
EliminaUn'analisi corretta, mi piace!
RispondiEliminaIn fondo, è sempre la paura di stare soli con se stessi che combattiamo, senza sapere che ci aprirebbe nuovi mondi e darebbe forse un senso migliore a tutto!
E, per quanto il confronto con l'ignoto spaventi, credo che la morte sia l'invenzione più efficace per destarci dal nostro sonno...
E sempre per restare in tema...mi ha sempre affascinato la tomba del tuffatore, che tu, da napoletana, conoscerai bene!
Ciao!
bè in fondo gli antichi avevano già capito tutto! ;-)
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