Regaliamo
cappottini pelosi ai nostri amici pelosi a quattro zampe che di peli ne hanno da vendere; passeggini a
quattro ruote per i nostri amici pelosi a quattro zampe che di rotelle hanno
bisogno unicamente per donarle al cervello dei loro padroni bipedi mononeuroni.
Non parliamo poi di accessori, gioielli, torte di compleanno, stelle dedicate
in cielo oltre il ponte dell’abisso della nostra vacuità, feste per matrimoni
in cui due cani sugellano la copulazione imminente sotto gli sguardi
compiaciuti di padroni evidentemente sessualmente repressi. Sgarbi a Milano (
prossima tappa Torino) regala a uomini e donne senza tetto un cartone che
scimmiotta l’idea di una casetta ( la chiamano arte, a me sembra in tema con il
periodo scelto, una carnevalata pura senza maschere) che se avesse regalato ai nostri amici a
quattro zampe, i nostri amici a quattro zampe non avrebbero di certo lesinato
una lunga pisciata con tanto di zampa alzata nelle quattro mura di cartone. E’
una inversione a U oltre i cui confini c’è un baratro assoluto di sentimenti,
di valori, di priorità in cui l’aridità di prospettive e soluzioni concrete per
i nostri simili ( bipedi e bipedi e/o plurineuroni, per intenderci) viaggia
sotto il nome di “arte”. Pezze a colori che si mettono sull’istinto di aiutare
e l’impossibilità di farlo accecati dall’ingombrante ego bisognoso di vedere
negli altri specchi riflettenti una delirante ossessione di grandezza.
L’inversione a U che non porta al punto di partenza ma ad un punto parallelo
senza soluzione di continuità in cui un cartone assume la forma di una casa che
cela cuori di cartone, enormi ventagli di una vanità perversa che usa vagabondi
come pezzi di “arte” e la sofferenza non evocata ma fatta di carne, ossa e
cuore, quello vero.
Perchè dopo aver percorso le strade impervie della realtà, conoscendo a fondo te stesso, puoi sprofondare nel più bello dei sogni facendolo diventare la tua meravigliosa realtà! Copyright © docF.G.
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