martedì 17 aprile 2012

Genitori dis-abilitati!

Nel mio lavoro come insegnante di sostegno mi è capitato di incontrare tante famiglie del bambino disabile che davanti alla disabilità del/la proprio/a figlio/a avevano perso il loro ruolo di genitori ricoprendo quello di assistente alla malattia. 
Riconosco che avere a che fare con una disabilità sia di natura psichica che fisica è compito assai arduo e faticoso, talvolta frustrante ma anche pieno di grandi soddisfazioni, quando al bambino disabile si riconosce il diritto di vivere. Infatti molto spesso l'atteggiamento che ho riscontrato nei genitori dei bambini con disabilità è stato quello di resa, pietà, estrema protezione, commiserazione, auto-commiserazione, rabbia, vittimismo nei confronti della società, indifferenza al problema, senso di colpa. Tutti atteggiamenti che vedono il bambino con disabilità ricoprire un ruolo passivo in cui lui/lei subisce in toto le decisioni degli altri, spesso acuendo il lato "capriccioso" perchè "lui è poverino quindi a lui tutto è dovuto". Bisogna fare molta attenzione anche quando il bambino disabile si trova in una famiglia con fratelli, perchè l'eccessivo permissivismo a lui rivolto o le attenzioni che assorbono i genitori tout court possono emarginare ancora di più il bambino che può sentirsi "diverso" anche a livello affettivo apparendo agli altri figli come un piccolo tiranno prepotente. Ritengo al contrario, con fermezza, che il bambino con disabilità abbia gli stessi diritti di tutti gli altri bambini che non hanno menomazioni e fisiche nè mentali, e che abbia diritto ad un percorso educativo che tenga conto sì dei suoi evidenti limiti, ma anche delle sue potenzialità, perchè un bambino disabile ha diritto a diventare un adulto. 
La prima regola da seguire è quella di evitare di fare paragoni con altri bambini della sua età che però non presentano diverse abilità. Partire da quello che il bambino è, da ciò che sa fare, da ciò che può dare è un buon inizio per riconoscere la sua unicità come persona. Il bambino non può e non deve diventare la pattumiera delle nostre aspettative nei suoi confronti, e a dire il vero, questo vale per tutti i bambini, non può diventare il punto focalizzatore delle nostre frustrazioni e delle nostre insoddisfazioni, ma deve essere riconosciuto in pieno in tutte le sue caratteristiche. Una volta "fotografata" la situazione è necessario individuare le potenzialità, ossia quello che il bambino secondo noi può migliorare. E' atteggiamento molto diffuso evitare di rimproverare il bambino disabile perchè "poverino ha già questo guaio", " non carichiamolo di responsabilità, la vita è già stata dura con lui", " è solo", " è malato". Niente di più nocivo. I genitori armati di tanta pazienza, dedizione, attenzione, ascolto e realismo  hanno il compito, più di tutti, più della scuola stessa, più delle istituzioni, di far sbocciare i loro figli in un clima di amore che riconosca la diversità come ricchezza e non come un ostacolo da superare. Le barriere fisiche e culturali da superare che sono imposte dalla società sono già tante, troppe, è necessario che i genitori cambino queste barriere in staffette di lancio perchè diventare adulti è un compito arduo per tutti, se ci convinciamo di questo concetto si intravedranno nel percorso di crescita solo passi dopo passi e non ostacoli insormontabili.
Rimando alla visione del bellissimo e drammatico film "Anna dei miracoli", un esempio di come sia possibile  avere successo nell'educazione di una bambina con disabilità grave e di come sia possibile abilitarci ad una pedagogia di bambini speciali! 
Breve spezzone de:
Prima parte: "Anna dei miracoli"- il punto di partenza
Seconda parte :"Anna dei miracoli"- risultati ottenuti

8 commenti:

  1. ciao Pot
    ...bella lezione....penso proprio così anch'io e se mi permetti oltre al diritto che ogni individuo ha di diventare adulto io aggiungerei anche il dovere dello stesso..... dovere che con i gesti e le azioni di chi gli sta intorno deve "entrare" nel suo "modus vivendi" come una naturale conseguenza! quindi senza pietismi ma con la giusta mano ferma....proprio come nel film da te indicato!!
    sono persone, esseri pensanti....a mio parere il pensiero non ha mai disabilità....può non essere compreso ma è spirito puro e libero anche in chi noi pensiamo "diverso" nella sua disabilità, ed è appunto la mal disposizione di chi assiste (o comodità?) che peggiora e annulla la libertà.
    La conseguenza? penso ad una società "limitata" , incapace di fare spazio a tutte le forme di esistenza!
    Sono stupida? Superficiale? Ideologica? sognatrice? irreale?....non lo so ma sarebbe davvero bello
    baci....oggi mi dai di Socrate! ^_^

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    1. ciao anna! essì, sarebbe davvero bella una società come la descrivi ma siamo ancora troppo indietro, troppi schemi mentali, troppi pregiudizi, e a mio parere stiamo ancora pagando le conseguenze di una cultura figlia del secolo fascista dura a tramontare...almeno qui in Italia...già negli Stati Uniti le cose cominciano a cambiare...
      Bè allora domani passiamo da Walt, non vorrei mica si offendesse!!!! Buona giornata Anna!!!

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  2. Ierisera guardavo le iene con la storia di un padre con un figlio autistico... un padre che si è dedicato completamente al figlio ma che mi è sembrato proprio un buon padre in una situasione così. Voglio guardarmi i video su youtube delle sue interviste e credo che acquisterò il libro in cui parla della sua esperienza: "Se ti abbraccio non avere paura" a cura di Fulvio Ervas

    A quest'ora prenderei un caffè... ma d'orzo, grazie!
    Buona giornata!

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    1. l'ho visto anche io...veramente toccante e ammirevole l'impegno e la dedizione di quella famiglia, perchè anche la decisione della madre e dell'altro fratello ha contribuito alla crescita di Andrea! ammirevoli!

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  3. Lo stampo e inondo la scuola di volantini!!! Si parla di integrazione, ma quella che in realtà si attua è una dis...integrazione! Serve volontà, tanta e buona, pazienza e voglia di mettersi in gioco, consapevolezza quanto basta e sostegno, perchè secondo me è un dovere civico non abbandonare a se stessi i ragazzi disabili e soprattutto la loro famiglia.
    Tra l'altro, ho fatto per molti anni vacanze con ragazzi disabili, che mi hanno regalato belle emozioni.
    Un libro che a me è piaciuto è "Nati due volte" di G. Pontiggia

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    1. grazie per il consiglio di lettura che seguirò molto volentieri!

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  4. Ho visto Anna Dei Miracoli 3 volte, e mi commuove un casino. Mi fa venire i brividi.
    Ti consiglio questo blog, se vuoi darci un'occhiata. Io non posso fare a meno di avere notizie di NIna e della sua famiglia:
    http://inviaggioconnina.blogspot.it/

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  5. Hai ragione, spesso si instaura una sorta di "dittatura del disabile", al quale tutto è dovuto, al quale si danno voti alti "perché poverino", e magari si dimenticano tutti quei ragazzini senza alcune certificazione di disabilità le cui difficoltà sono meno evidenti e quindi per molti trascurabili e che, invece, si portano dietro le conseguenze di questa trascuratezza per tutta la vita. In particolare vedo che a scuola i disabili sulla sedia a rotelle sono circondati da mille attenzioni, sono sempre affiancati da un adulto, e crescono pensando che tutti debbano essere ai loro piedi.

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