giovedì 5 marzo 2015

Sull'onda delle emozioni

Le emozioni sono un vero e proprio tsunami. Ti travolgono, ti scuotono, ti trascinano, ti mettono in subbuglio e sono la prima risposta ad uno stimolo esterno o interno che percepiamo prima che le stesse possano essere elaborate da tutte le innumerevoli funzioni del pensare. Si distinguono dal sentimento, anche se il sentire è una loro prerogativa, perchè se il sentimento è un sentire consapevole che arriva alla coscienza, l'emozione è istintiva ed inconscia, è il primo stadio del nostro sentire.

Se l'emozione però rimane tale e non la si elabora potrebbe essere paragonata ad una sorta di masturbazione mentale, sterile e senza esito alcuno se non il sostare in uno spazio -limbo creato appunto dall'emozione stessa, sia essa positiva o negativa, senza trasformarsi in empatia, relazione, ragionamento, controllo.

Molti dei messaggi che riceviamo dalle pubblicità, dagli slogan, dal web, si basano proprio sul concetto di far leva su questo tipo di emozione, perchè l'emozione è la risposta più immediata e meno faticosa del nostro elaborare le informazioni esterne. In una società quale è la nostra in cui si corre, si è travolti dagli impegni e dalle innumerevoli incombenze quotidiane ecco che stabilire una comunicazione basata sulla superficialità delle emozioni è il modo più diretto ed efficace per arrivare alle persone.

Per questo molti messaggi che girano sono banali, ovvi, scontati. Perchè nel nostro correre quotidiano il fatto che ci arrivi un'onda emozionale, una saetta fulminea di messaggi in grado di scuotere il nostro inconscio, ci dona l'illusione di aver assaporato un'emozione che però spesso è davvero scollegata da un pensiero o da una scelta consapevole.

Se da un lato l'emozione porta ad un comportamento compulsivo, come ad esempio acquistare qualcosa sull'onda di quello che l'emozione stessa ha trasmesso tramite un messaggio pubblicitario, ad esempio, dall'altro crea una forma di immobilità mentale, inducendo ad accontentarsi di aver "provato" una sensazione appagante temporaneamente che ha impigrito la capacità di pensare e discernere se quella emozione possa essere produttiva o immobilizzante, se crei uno stato di empatia o anestetizzante, se è un'emozione su misura per noi o più grande e quindi in grado di farci perdere il controllo..ecc...

Le emozioni, quali per esempio il terrore e la paura sono strumenti privilegiati di chi vuole operare una manipolazione ed un controllo nei confronti dell'interlocutore che travolto da esse non ha il tempo materiale per accorgersi che quell'emozione si sta trasformando in una gabbia invisibile capace però di ridurre notevolmente il perimetro della propria azione ed a volte di bloccarci totalmente perdendo il controllo della situazione.

Se qualche tipo di emozione ci blocca, ci ossessiona, ci domina è bene porsi alcune domande:
1) in che situazione provo questa determinata emozione? ( quando vedo un film, quando incontro una persona, quando leggo un articolo,quando compio una determinata azione ecc...ecc..)
2) che tipo di sensazione provo? ( gioia, sgomento, paura...)
3) che conseguenze ha sul mio comportamento l'emozione provata? ( mi spinge al dialogo, mi dona la sensazione di autocompiacimento, mi blocca, mi distrae, mi diverte...)
4) questa emozione limita il mio potere di libertà? Offusca la mia capacità di giudizio?

L'emozione è sempre un'onda travolgente, imparare a riconoscerla è un primo passo verso la consapevolezza che siamo sempre in grado e sempre capaci di non delegare a nessuno il nostro potere di esercitare la nostra libertà, sia esso una persona, una ideologia, un gruppo di persone, o un'emozione stessa quale ad esempio la paura. Essere consapevoli vuol dire già essere padroni di se stessi a 360 gradi.



2 commenti:

  1. Secondo me il passaggio da emozione e sentimento — se vogliamo mantenere questa distinzione — è assai repentino: credo che un'emozione si colleghi praticamente subito a un pensiero, anche se è la prima volta che la proviamo.

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  2. sì, lo credo anche io, tant'è che quando si parla di libere associazioni si parla del fatto che provando un'emozione questa si associa immediatamente ad un pensiero...invece il passaggio dal sentimento alla consapevolezza di esso credo sia un pò più lungo e non prescinda dallo scandagliare il processo da emozione a sentimento.
    Grazie per i tuoi commenti sempre sagaci e pertinenti!

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