Com'è nata l'idea del blog?
L'idea del blog è nata all'inizio di quest'anno. Avevo scritto un paio di email ad amici che vivono lontano per aggiornarli sulla mia vita da babbo, anche loro hanno figli e molto spesso ci confrontiamo sulle nostre esperienze con i bambini piccoli, era piaciuto molto il mio modo di raccontare e si erano ritrovati molto nelle mie riflessioni.
Visto che a me piace molto scrivere, ho pensato di creare un mio blog nel quale raccontare la mia esperienza di padre. Non avevo molta esperienza in questo campo così mi sono guardato intorno per capire come funziona la Rete, quali sono le modalità di contatto e soprattutto per trovare un mio modo di fare blog.
Il primo passo è stato sicuramente quello della scelta del nome. L’unica certezza che avevo è che avrei utilizzato la parola “BABBO” perché in Toscana, o almeno nella parte dove sono cresciuto io, ci sono solo “mamma e babbo”. Papà suona male. Basta pensare a come Pinocchio chiama Geppetto, ovviamente “babbo”. Non riuscire proprio ad immaginare Pinocchio che lo chiama “papà”.
Inoltre, mi piaceva l’idea di avere qualcosa che personalizzasse il mio blog, avevo trovato molto interessante chi aveva inventato una propria firma visiva. Così ho rispolverato le mie matite colorate e mi sono ritratto durante la mia attività di blogger, ovvero davanti ad un computer con tutti gli elementi dell’infanzia che mi girano intorno.
A quel punto ho iniziato a scrivere e a conoscere altri papà (pochi), mamme (tante) e blogger dei più diversi argomenti.
Perché hai pensato ad un logo dedicato ai papà?
Mi sono reso conto che i papà in Rete sono la classica goccia nel mare delle mamme. In mare si sta bene, io vengo da un posto di mare, ma in questo caso il rischio è di sentirsi un po’ un isolati.
Sulla paternità gli uomini fanno veramente fatica a fare squadra. Lo percepisco in diverse occasioni. Ci si guarda quasi con sospetto. Quando ci si incontra al nido per portare o prendere i figli e al parco. Credo che questo derivi dal fatto che non ci sono punti di riferimento, il ruolo è nuovo e quindi ognuno lo interpreta a modo suo. Non si sa mai quale tipo di padre si ha di fronte.
Non possiamo guardarci indietro perché il modello che viene dai nostri padri è completamente diverso dal nostro, davanti a noi abbiamo un terreno completamente inesplorato.
Noto, invece, che alle mamme sembra venire più naturale confrontarsi su questi temi e fare gruppo.
Così mi è venuta l'idea di creare un logo che fosse lo spunto per riunirsi e desse l'occasione ai padri di rivendicare con orgoglio il proprio ruolo. Prima di tutto proprio nei confronti di sé stessi. Una specie di outing.
Ho pensato molto a un’immagine ed uno slogan che fossero veramente significativi ed identificativi per un padre. Primo escluso, quindi, l’allattamento. Poi ho subito eliminato qualsiasi cosa che potesse sembrare un tentativo di contrapposizione alle madri (es. “dalla parte dei padri”). Sono convinto che non ci si possa definire per contrasto con qualcun altro. E poi, mai come in questo caso, l’unione è fondamentale, si parla di famiglia. Anche la scelta di un’immagine evocativa di un padre ha richiesto del tempo.
Alla fine ho scelto:
L'immagine: un po’ di tempo fa avevo letto che c’è un gesto che si riscontra prevalentemente nei padri. Effettivamente nella mia esperienza è così, mi sono trovato a farlo spesso e vedo che non è tra quelli che le mamme usano fare. ALZARE IL BAMBINO VERSO IL CIELO. Viene definito “il gesto di Ettore” perché nell’Iliade Ettore, prima di andare in battaglia, saluta il figlio alzandolo verso il cielo e formulando un augurio per il futuro.
LO slogan: “DAD ON DUTY” ovvero “Papà in servizio” nel senso di papà attivo, che svolge il proprio ruolo.
Nel mio blog ho creato una sezione dedicata a “DAD ON DUTY” e chiunque può utilizzarlo, nessuno si senta escluso (papà, mamme, blogger, chi ha un sito, un blog, chi invia mail, chi naviga e basta, ecc.) prelevandone l’immagine, sul proprio blog/sito, condividendolo su Facebook o semplicemente facendolo girare. Chi vuole segnalarmi l’uso del logo nel suo sito/blog sarà inserito nella lista degli “Amici di dad on duty”. E’ un modo per far conoscere contenuti di altri e condividere esperienze. Una sorta di spazio aperto.
E le mamme in tutto questo che ruolo hanno?
Le mamme hanno un ruolo fondamentale. Dico sempre, parafrasando un detto famoso, che “dietro un grande papà c'è sempre una grande mamma”. Questo perché il rapporto con il figlio nasce quasi esclusivo tra madre e figlio. Diversamente da quanto avviene per una mamma, la costruzione del legame con il bambino per il papà è più complesso. I papà devono volerlo un po’ di più rispetto a quanto avviene generalmente per le madri perché, almeno teoricamente, le occasioni di contatto con il bambino sono minori e vanno cercate. E in questo entrano in gioco le mamme, che sono la chiave del successo favorendo il coinvolgimento del proprio compagno nella quotidianità con il figlio. Perché è la quotidianità che crea confidenza e complicità, anche dal punto di vista fisico.
Se è vero che molti papà fuggono volentieri se c’è da cambiare un pannolino, lo è altrettanto che molte compagne assumono un ruolo molto protettivo nei confronti del figlio anche per quanto riguarda il padre. Molti padri hanno solo bisogno di un po’ di incoraggiamento.
Da questo punto di vista devo ringraziare la mia compagna che ha sempre favorito la mia partecipazione nella vita di nostra figlia.
Cosa rappresenta per te questo blog?
Per me è come se fosse una stanza della mia casa che lascio sempre aperta agli ospiti. Considero la mia casa qualcosa di molto intimo e infatti nel mio blog parlo di me, della mia famiglia dando spazio alle mie riflessioni. Il tono varia. Alcuni post sono più allegri, altri fanno ridere, altri ancora sono più riflessivi alcuni anche un po’ tristi. Ma così è anche la vita, non potrebbe essere altrimenti. Ho voluto un blog che rispecchiasse quello che provo e, quindi, trova spazio tutto lo spettro delle emozioni.
I post che scrivo nascono da quello che mi succede intorno, da quello che leggo o che sento. Ho sempre con me un'agendina nella quale annoto idee, spunti, rimandi a siti e articoli che poi svilupperò in un secondo momento. Non tutto diventa un post.
Mi piace molto la possibilità di confronto che c'è in Rete e per questo ho richiamato l’idea della porta sempre aperta. Un blog si può leggere saltuariamente, passarci una sola volta, voler lasciare un commento e nel migliore dei casi rimanere collegati per essere aggiornati. Ognuno sceglie la modalità che preferisce sulla base dell’interesse suscitato.
Sono sempre molto curioso di leggere i commenti che qualcuno mi lascia e cerco sempre di rispondere. E' uno stimolo in più ad andare avanti.
Di solito quando scrivi?
Di solito scrivo la sera tardi quando il resto della famiglia dorme. La notte ha sempre un suo fascino per la scrittura, sembra quasi di essere in una dimensione diversa. Solo una piccola luce che illumina lo schermo, il silenzio intorno. E' più facile raccogliere i propri pensieri e trovare le parole giuste. Magari il giorno dopo, con mente più lucida, rileggo quanto scritto per correggere qualche frase che non suona bene, fare dei tagli o delle aggiunte.
Poi scelgo una foto significativa per il post e lo pubblico. Ultimamente sto mettendo sempre una piccola foto a corredo del post perché mi sembra che lo completi. Utilizzo mie foto, ho viaggiato molto e ho un archivio molto ricco.
Dedico particolare attenzione anche al titolo dei post. Mi diverto a scegliere un titolo che sia originale e che riesca ad attirare l'attenzione del lettore come se fosse quello di un articolo di giornale.
Come vedi il futuro del tuo blog?
Sicuramente il blog continuerà ad esistere fino a che mi divertirò, non ci sono altre motivazioni. E in questo momento l'esperienza mi diverte molto.
Le idee non mi mancano e vedo che la Rete potenzialmente permette veramente quasi tutto, ha un potenziale enorme.
Sto già pensando di creare nel mio blog una sezione con alcuni miei racconti per bambini, superando del tutto la logica del libro pubblicato. Mettendo a disposizione per tutti, testo e disegni (tutto realizzato da me), gratuitamente (con licenza “creative commons”). Basterà avere una stampante, possibilmente a colori. Mi piacerà avere i commenti dei bambini che leggeranno le mie storie.
Chissà, forse in un futuro più lontano le mie riflessioni sull'asilo nido lasceranno il post a quelle sulla scuola, le mie considerazioni sui primi passi saranno sostituite da quelle su come insegnare ad andare in bicicletta.
Sicuramente la sera ci sarà occasione ancora di stare svegli per scrivere, adesso nel caso in cui mia figlia abbia un sonno poco tranquillo, nel tempo di questo articolo sono andato nella sua cameretta un paio di volte perché aveva sete, e tra diversi anni quando farà le prime uscite con gli amici.
BABBOnline
Grazie mille a Daniele, un babbo pieno di idee originali ed entusiasmanti che con la sua lente di ingrandimento, attraverso il blog, conferisce alla figura del papà colori nuovi e vivaci! Idee e pensieri che ci permettono di sognare attraverso una favola o un racconto ma che al tempo stesso sono decisamente pratici e che aiutano noi mamme a capire maggiormente tutte le infinite sfaccettature dell'universo maschile in un compito decisamente arduo: quello di "babbo"!
mi piace il blog si BABBOnline, mi piace l'atteggiamento che ha e il modo in cui si propone. intanto è un "papà in servizio", non uno che aiuta. non mi piace quando si dice che il proprio marito o compagno è bravo perchè "aiuta". un papà è un papà, deve fare la sua parte e non solo aiutare. mi piace la frase “dietro un grande papà c'è sempre una grande mamma”, ma secondo me vale in entrambe le direzioni: “dietro una grande mamma c'è sempre un grande papà”, e non perchè non ci possano essere mamme - o papà - single bravissimi, ma io non riuscirei certo ad avere la vita che ho: un lavoro che mi piace, due bambini ancora piccoli che mi sto godendo e che non mi hanno impedito di mantenere il lavoro che ho, se mio marito non dividesse con me alla pari doveri, compiti e responsabilità. e i risultati si vedono perchè siamo tutti più sereni e ci divertiamo molto (non ostante la stanchezza). ce ne vorrebbero di più di testimonianze così in questo paese!
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