Io sono una delle tante che appartiene alla “generazione mille euro”
A cui hanno fatto credere di avere “tutta la vita davanti” per vivere , gioire, “realizzarsi”… non promesse ma solide realtà, un po’ come gli slogan associati alla vendita di divani che quando li provi nel salone espositivo sono di una morbidezza assoluta ma poi, quando arrivi a casa, una tavola di legno sarebbe stata più comoda a confronto , insomma , per usare un eufemismo : un’inculata! . L’offerta di lavoro più seria ,dopo la laurea ,è stato lo stage gratuito( nel senso non retribuito ma con tantissima tantissima ma proprio tanta formazione…. ), in una interinale . Tre mesi di stage ( pronunciato alla francese) che si sono trasformati in tre mesi di contratto e poi altri tre mesi ed infine altri tre oltre i quali l’opzione obbligata era o passare a tempo indeterminato o venire liquidato con tanti sorrisi. Io me li sono presi tutti quei sorrisi , come me tantissimi altri, in fondo ci speravamo di essere riconosciuti , “premiati” per aver investito tutto di noi in un anno di spremitura di limoni ma eravamo giovani e con tutta la vita davanti non ero più quella senza esperienza, avevo lavorato per una multinazionale, caspita ! Ci ho creduto davvero perché in fondo è normale fare un po’ di gavetta, che però se vali, se perseveri , se rischi prima o poi ce la farai. Si sa, il mondo va così. Poi hai fatto “esperienza” e l’esperienza si può rivendere ! Così prendo la valigia di cartone e con un maglione che nemmeno a Bolzano sopporterebbero per la pesantezza ed il calore me ne vado al nord… “scusi volevamo savuar “ Totò e Peppino docet ….trovo lavoro in un ente di formazione privato , mi faccio il culo, comincio con un contratto di collaborazione coordinata e continuativa per poi essere assunta a tempo indeterminato dopo soli tre mesi per poi esser costretta a dimettermi per gli stessi motivi per cui ero stata assunta , che esulavano dalle mie performance lavorative , ossia vantaggi/svantaggi economici aziendali per poi continuare con un contratto a progetto durato tre anni … ancora mi sto chiedendo quale fosse il progetto… di fatto ero una impiegata con orari da rispettare e numeri da portare per potermi garantire lo stipendio a fine mese …stremata e stanca cambio lavoro, in un ufficio, solo io e la collega, cambio. Per quanto io possa essere asociale non sono fatta per un rapporto a due in una stanza milanese …Mi “butto” nella scuola … inizio con un mese, poi due, poi una settimana, finisco l’anno scolastico… passano 17 anni e ora sono qui, alle soglie della menopausa, un mutuo, un marito, due figli adolescenti, in attesa di una chiamata che chissà mai se avverrà … da un sistema scolastico che mi fa lavorare per vent’anni ma non ne tiene conto reputandolo sempre non all’altezza tanto da farmi superare nella lista dei disperati da altrettanti disperati che acquistano punti altrimenti sono fuori dal sistema . Istituzione che mi fa ancora palpitare il cuore così tanto che prima o poi ci rimarrò secca… sulla lapide “ mamma devota,moglie imperfetta e docente precaria a tempo indeterminato che in attesa della chiamata scolastica il Signore ha pensato bene di prendersela Lui per sempre ! “….ps. Un posto anche da Graduatorie di Istituto un po’ più vicino no ? Così in alto vale un “per sempre “?Vabbè si prende ciò che passa il convento ! E’ il sistema ! Ah e se il Signore dovesse ripensarci e mi facesse passare avanti dai riservisti decidendo che non è giunto ancora il mio turno, mi potete trovare ai semafori a fare la giocoliera con le bolle di sapone … in fondo che differenza c’è dal farlo in un ‘aula o per strada ?
Buon anno scolastico a tutti !