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domenica 7 settembre 2014
Ero massone
Maurice Caillet, non è solo la storia di una conversione ma è un obbiettivo focalizzato sui meccanismi psicologici invisibili in grado di creare delle catene mentali difficili da slegare, da cui è difficile liberarsi, che caratterizzano certi gruppi chiusi, le sette, i circoli, le varie compagnie che fagocitano la persona trasformandola in burattino. Un pò il percorso inverso della favola di Pinocchio, che da burattino di legno, dopo un cammino che lo vede scontrarsi con i suoi limiti oggettivi, con le sue miserie e le sue paure, diventa uomo. Ma l'uomo se è tale nasce già con una caratteristica imprescindibile ed inalienabile: la libertà. Quella stessa libertà di pensiero, parola, azione che Caillet aveva perso non appena ha tentato di allontanarsi dalla Massoneria, quella stessa libertà oggetto di ricatto morale da parte dei suoi "fratelli" che lo hanno condannato ad una morte civile e sociale non appena ha scelto di dare spazio alla sua fede cattolica. L'incontro con Gesù non solo ha apportato dei significativi cambiamenti materiali e tangibili nella sua vita, ma gli ha restituito quella forza capace di spezzare le catene attraverso cui veniva subdolamente ed artificiosamente orientato, controllato, indirizzato ad agire in virtù di principi che andavano contro l'uomo, contro la vita, a cominciare dagli innumerevoli aborti da lui stesso provocati, essendo medico, che lo avevano anestetizzato, abbagliato da una logica perversa di progresso e di evoluzione. Il messaggio finale che ho potuto recepire è che la libertà se è conquista non è mai vera libertà. Perchè la libertà è il punto di partenza nella vita di un essere umano, non oggetto di ricatto nè punto di arrivo. La libertà non pone condizionamenti: sei libero solo se agisci così, sei libero solo se...L'uomo è libero. Punto. E' anche libero di rendersi schiavo di un sistema ben strutturato capace di annientare la singola coscienza in virtù di una coscienza universale. Il messaggio di Gesù è l'opposto, ossia non può esserci una coscienza universale se prima non si ha ben definita una coscienza individuale. In fondo delle nostre azioni, dei nostri pensieri e dei nostri propositi risponderemo in prima persona quando ci si chiederà il resoconto finale. E lì non ci saranno "fratelli" che tengano. Buona lettura!
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