Napoli è una città la cui immagine, sotto la lente dei riflettori
mediatici è focalizzata, amplificata e diffusa spesso attraverso una luce non sempre gradevole e rassicurante.
I fatti di cronaca dipingono quella Napoli che è ben lungi dalla calamita
culturale, paesaggistica e artistica che invece rappresenta da millenni.
Eppure, per fortuna direi, esiste un’altra Napoli, una città ricca di
entusiasmo, fantasia, carica di iniziative originali e utili sia al singolo
cittadino che alla comunità intera fino ad espandere i suoi benefici oltre i
confini del mare e dell’imponente Vesuvio.
Nel quartiere collinare del Vomero nasce un locale che rende
Napoli un ponte tra le culture del mondo, un collegamento, un abbraccio
virtuale, caldo ed accogliente, in grado di stabilire modi di comunicare, di intrattenere, di
incontrarsi attraverso l’ausilio di antropologi, educatori, viaggiatori,
filosofi, scrittori, giornalisti, esperti di marketing e comunicazione, case
editrici che promuovono una cultura della conoscenza, dell’inclusione, dello
scambio e dell’integrazione: Casa di U’!
Oggi incontro virtualmente gli organizzatori di questo
innovativo progetto nella persona di Antonella Veltri che si occupa dell'accoglienza clienti e che risponde a qualche domanda.
1) Quale filosofia anima le attività proposte
dalla Casa di U’?
R: Casa di U’ vuole
essere un locale di intrattenimento a sfondo culturale serio, ma non serioso,
rivolto a tipologie di persone diverse in base alla fascia oraria.
Insomma chi ha
detto che non si possa unire l’utile al dilettevole? Chi di noi non pensa “mi
piacerebbe fare qualcosa di diverso” e ogni volta deve cercare singole
iniziative in luoghi diversi. Noi cerchiamo di riunirle a Casa
di U’.
In molte
attività
proponiamo il tema delle culture straniere, una specie di viaggio virtuale, un
pretesto per viaggiare con la fantasia, come avviene nelle feste per i bambini
dove offriamo ai genitori la possibilità di scegliere la festa a tema Svezia
con lo spettacolo di Pippicalzelunghe o Inghillterra con Re Artù e così via.
R: Si tratta di
momenti di socializzazione combinati alla logica degli incontri motivazionali.
Ogni volta si affrontano argomenti di interesse comune. Un modo serio, ma
appunto non serioso, per interagire con veri professionisti del settore, ma
anche un modo per fare amicizia, trascorrere il tempo in modo diverso, mai
banale.
3)Quali sono le tipologie di utenti a cui
sono rivolte le iniziative della Casa di U’?
R: Inizialmente il
pubblico erano i bambini. Oggi sono state sviluppate attività in modo da
individuare diversi targets:
. le scuole elementari
e materne, che portano in gita i bambini per attività ricreative a tema
socio-culturale-giocoso e ricreativo.
. i bambini, con laboratori di vario tipo e feste
private.
. gli adulti, con
aperitivi a sfondo culturale come lo psicoaperitivo, l’aperiwine
(degustazioni di
vino con sommelier), l’aperivarte
(aperitivo con esposizioni, guida del curatore, ecc ), le serate musicali a tema nazione e anche qui le feste private che possono essere scelte con il pacchetto base o con la riproposizione di uno di questi servizi di
intrattenimento offerti, ma in veste privata.
(aperitivo con esposizioni, guida del curatore, ecc ), le serate musicali a tema nazione e anche qui le feste private che possono essere scelte con il pacchetto base o con la riproposizione di uno di questi servizi di
intrattenimento offerti, ma in veste privata.
4) Fino
ad ora quali riscontri ha avuto la Casa di U’ e come sono recepite le proposte
avviate?
Abbiamo cambiato
approccio solo da settembre. Ci sono tante cose che vorremmo fare e sviluppare,
ovviamente ci vuole del tempo. L’interesse da parte del pubblico è decisamente
buono.
Ringrazio gli organizzatori ed ideatori della “Casa di U’” ed
in particolare ringrazio il modo entusiasmante e originale con cui l’idea viene portata avanti, testimonianza che “se puoi sognarlo, puoi farlo!”
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